IL PROGETTO "6ALCENTRO"

Il progetto è nato da un’idea della psichiatra dott.ssa Gozio che, avendo lavorato nel centro riabilitativo di Brescia (Centro pilota regionale) e in quello di Bergamo (clinica Beato Palazzolo), desiderava continuare a lavorare con i colleghi che in quelle sedi avevano con lei condiviso l’esperienza.
Ecco allora che il progetto ha preso forma attorno e grazie alla dott.ssa Affinito, alla dott.ssa Daverio, alla dott.ssa Pasquini, alla dott.ssa Tomasoni e alla dott.ssa Lodovici. Queste sei professioniste sono state le fondatrici del centro di terapia, unendo l’esperienza clinica maturata nelle strutture accreditate di provenienza e in un secondo momento coinvolgendo altre figure professionali sul territorio (attualmente vi sono diversi collaboratori, con esperienza maturata in ambiti affini al Dca).

Negli anni, come gruppo di lavoro abbiamo sentito crescere sempre più forte il bisogno di dar vita ad un progetto di cura del paziente che tenesse insieme la nostra lunga esperienza clinica con la particolare visione che abbiamo della persona e della sua sofferenza.

L’equipe multidisciplinare è composta da psichiatra, neuropsichiatra, psicoterapeute e dietiste che hanno formazioni specialistiche con orientamenti diversi ben integrati nel lavoro centrato sul paziente e sul suo contesto familiare. La famiglia diventa infatti una risorsa nel percorso di cura che, grazie alle psicoterapeute familiari  attraverso l’approccio sistemico, è supportata nel comprendere la sofferenza del disturbo inscrivendolo nella storia familiare e individuale.  

Essere equipe, per noi, non significa soltanto portare il singolo contributo specialistico, ma integrarlo in una visione globale dell’individuo che a sua volta consenta al paziente l’integrazione delle parti di Sè. 

Grazie alla lettura delle dinamiche intrapsichiche e l’osservazione degli stili  comportamentali e relazionali, la persona con il suo nucleo familiare, è costantemente “al centro” del nostro operare, in un continuo scambio professionale ed emotivo sui vissuti portati e sulle esperienze terapeutiche proposte.

FILOSOFIA DI INTERVENTO

Per comprendere la nostra filosofia di intervento, basti pensare al nome che è stato scelto: “6alcentro” significa per noi far sentire la Persona al centro del suo percorso di cura, partendo dal presupposto che la Persona non subisca passivamente il trattamento ma che ne sia un protagonista attivo. “6alcentro” è quindi un riconoscimento alla centralità della Persona e dei suoi bisogni, affinchè possa lei stessa imparare a mettersi al centro della propria vita.

6 rappresenta anche il numero delle professioniste che hanno dato vita al progetto del Centro ma ad oggi, tra le due sedi, l’equipe è composta di 12 figure professionali.

6 infine sono anche gli interventi terapeutici offerti che si declinano in attività di psicoterapia individuale e familiare, visite specialistiche medico psichiatriche e nel lavoro di riabilitazione nutrizionale.

L’alleanza terapeutica è l’inizio del percorso di cura proposto in cui la stretta collaborazione tra psicoterapeuta individuale e dietista esperta in DCA diventa fondamentale nel costruire ad hoc il percorso.

Nella nostra mission sono due i punti cardine del lavoro di squadra che operativamente si incontra nel momento settimanale di equipe: l’accoglienza e l’integrazione.

I Disturbi del comportamento alimentare sono patologie complesse che coinvolgono trasversalmente l’ambito organico, psichico e relazionale dei soggetti che ne soffrono.

Per queste ragioni, l’equipe di “6alcentro”, partendo da una presa in carico psicologica e nutrizionale, valuta, a seconda della necessità, il coinvolgimento delle altre figure professionali, in considerazione della frequente presenza di comorbidità psichiatrica e di dinamiche familiari disfunzionali.

Non esiste un percorso standard perché non esiste uno standard di cura. I progetti sono personalizzati e pensati in base alle modalità con cui la sofferenza delle persone che si rivolgono a noi viene espressa, nel rispetto della persona, delle sue fatiche e del significato che il disturbo ha nella sua storia personale e familiare.

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